La letteratura indiana ha avuto un ruolo decisamente significativo nella storia della sessualità umana, avendo prodotto alcune tra le prime opere al mondo che hanno trattato il rapporto sessuale come una vera e propria “scienza artistica”, originando atteggiamenti e idee nei riguardi del sesso che giungono fino ai tempi moderni col milieau filosofico della New Age. Si può pertanto sostenere che l’India antica, con le sue opere culturali, ha aperto la strada ad una forma di educazione sessuale attraverso l’arte e la letteratura. Come in molte altre società, anche qui vi era una notevole differenza di liceità nell’esercizio delle pratiche sessuali, a seconda che venissero esercitate dalle persone comuni del popolo o dai potenti governanti e dai nobili; con i secondi che spesso indulgevano in stili di vita edonistici che non erano rappresentativi degli atteggiamenti morali comuni. La coppia divina di Kṛṣṇa e Rādhā, acquarello del XVII secolo. L’amore del dio con Rādhā, la sua preferita fra le pastorelle, è stato ed è tuttora soggetto d’ispirazione per una vasta letteratura religiosa, spesso dai risvolti decisamente erotici. La prima prova degli atteggiamenti sostenuti nei confronti della sessualità viene dagli antichi testi dell’Induismo, del Buddismo e del Giainismo, i primi dei quali sono forse la più antica letteratura superstite del mondo. Questi testi più antichi, accomunati sotto l’unica denominazione di Veda, rivelano anche prospettive morali nei riguardi della sessualità, del matrimonio e dell’influenza di certe preghiere e riti specifici sulla fertilità.La magia sessuale antica viene descritta in un certo numero di rituali vedici, la maggior parte trattata in modo significativo nell’Asvamedha Yajna, dove il rito apposito culmina con la regina principale che si ritrova a simulare l’atto sessuale con un cavallo morto; chiaramente un rito di fertilità mirante a salvaguardare ed aumentare la produttività del regno e le abilità marziali. I poemi epici dell’India antica poi, il Ramayana e il Mahabharata la cui primissima composizione potrebbe risalire fino al 1400 a.C. – hanno avuto un effetto enorme sulla cultura dell’Asia intera, influenzando successivamente le vicine culture cinese, giapponese, tibetana e del Sudest asiatico.
Questi testi sostengono l’opinione che nell’antica India, il sesso era considerato un dovere reciproco tra una coppia sposata, dove marito e moglie si donavano vicendevolmente piacere sessuale allo stesso modo, ma anche che la sessualità era di fatto un affare strettamente privato, almeno per i seguaci delle religioni indiane di cui sopra. Sembra inoltre che la poligamia sia stata permessa nei tempi più antichi; in pratica però questa sembra essere stata realmente utilizzata solo dai governanti, con la gente comune del popolo che invece manteneva uno status di matrimonio monogamico. È comune in molte culture per una classe dirigente di praticare la poligamia come un modo per preservare la successione dinastica. La letteratura erotica dell’India è maggiormente conosciuta per il testo pubblicato sotto il nome di Kama Sutra. Questo manuale sessuale è stato scritto per essere indirizzato specificamente alla casta guerriera e alla nobiltà, ai loro servi e alle concubine, oltre che a certe scuole filosofiche e ordini religiosi. Queste erano in pratica le uniche persone che potevano anche leggere e scrivere e che avevano ricevuto una qualche forma di istruzione e educazione. Le sessantaquattro arti d’amore (ovvero i 64 modi di creare passione e donare piacere descritte nel “Sutra di Kama (divinità)”) hanno iniziato la tradizione mistico-erotica letteraria in India. Ci sono molte versioni differenti delle arti amorose che hanno avuto inizio in lingua sanscrita e che sono via via state tradotte in altre lingue, come la lingua persiana o la lingua tibetana. Molti dei testi originali sono mancanti e l’unico indizio per la loro esistenza è in altri testi. La versione stilata da Vatsyayana, è una di quelle sopravvissute più note; essa è stata tradotta per la prima volta in inglese da Sir Richard Francis Burton e da Forster Fitzgerald Arbuthnot. Il Kama Sutra è ora forse il più ampiamente conosciuto e letto testo secolare nel mondo. Esso descrive in maniera quantomai dettagliata i modi in cui i partner dovrebbero trovare piacere a vicenda all’interno di un rapporto coniugale (ma non solo). Quando la cultura islamica prima e quella vittoriana inglese poi approdarono in India, hanno entrambe generalmente avuto un impatto negativo sul liberalismo sessuale indiano. Nel contesto delle religioni indiane, come l’induismo , il buddismo , il giainismo e il sikhismo, il sesso è per lo più inteso o come un dovere morale (dharma) di ogni partner nei confronti dell’altro in un rapporto matrimoniale a lungo termine, oppure è visto come un desiderio che ostacola il distacco spirituale e che dev’essere così rinnegato (ciò in ambito monastico e ascetico).
Nella moderna India, una rinascita del liberalismo sessuale si è verificato tra la popolazione urbana ben istruita, ma vi è ancora una forte discriminazione e gli incidenti causati da matrimonio forzato sono ancora alquanto frequenti tra i più poveri. All’interno poi di alcune tra le maggiori scuole filosofiche indiane, come il tantrismo, viene posta una particolare attenzione alla sessualità, veduta come dovere sacro o anche come percorso possibile verso l’illuminazione spirituale, associata ad una forte enfatizzazione al perfetto equilibrio dato dallo Yoga. In ogni caso il rapporto sessuale reale non è parte di ogni forma di pratica tantrica, ma è la caratteristica definitiva della cosiddetta “Via della mano sinistra”. Contrariamente alla credenza popolare, il “sesso tantrico” non è sempre lento e sostenuto (vedi coito riservato), e può anche finire con l’orgasmo. Ad esempio, lo “Yoni Tantra” afferma: “ci dovrebbe essere copulazione vigorosa”. Tuttavia, tutto il tantra afferma altresì che ci sono stati alcuni gruppi di personalità che non erano adatte per certe pratiche. Si insiste particolarmente sulle personalità considerate pashu-bhava (che hanno la disposizione degli animali), che sono persone di natura disonesta, promiscue, avide o violenti che hanno mangiato carne e che vivono in ambienti e con abitudini intossicanti; questi pertanto sarebbe capaci solo di incorrere in cattivo karma se si avventurassero nei percorsi tantrici sessuali senza l’aiuto di un guru che possa dare acute istruzioni passo dopo passo sul percorso corretto da intraprendere. Nel tantra buddista, l’eiaculazione reale è molto più un tabù, come l’obiettivo principale della pratica sessuale è invece quello di utilizzare l’energia sessuale verso la realizzazione della piena illuminazione (Buddhismo), piuttosto che come un piacere ordinario.