“Mai più sarò vittima” sembra un racconto di terrore. È la situazione in cui si trovano tantissime donne soprattutto le donne che sono abituate a soccorrere gli uomini: si chiama la sindrome della crocerossina che probabilmente abbiamo ereditato da qualche vita precedente. Quando facevamo la crocerossina durante qualche guerra. La frase ricorrente di queste donne è “io ti salverò”: non ha importanza se hai avuto una famiglia che non ti ha amato, che hai avuto sorelle e fratelli cattivi e crudeli, che sei rimasto orfano di madre a 5 anni e tuo padre andava con altre donne si ubriacava e bestemmiava, e ogni tanto ti picchiava… non ha importanza tutto questo perché io ti salverò e ti insegnerò ad amare e tu mi amerai per questo. Non ha importanza che ti lamenti dalla mattina alla sera che non hai un lavoro e che non hai finito la scuola!
Io ti salverò perché il mio compito è quello di amarti e di farmi amare da te: ricordati che ogni volta che hai bisogno di me mi devi chiamare sempre e comunque e io arriverò da te salvandoti da qualsiasi situazione! Sembra fantascienza ma non lo è almeno una volta tutte quante siamo state afflitte dalla sindrome della crocerossina, è più forte di noi si tratta di una sorta di impotenza psichica appresa sennò in questa vita almeno nelle vite precedenti; è un “vizio” una dipendenza e come tale va trattata.
Chi soffre della sindrome della crocerossina, confonde l’amore con il sacrificio con la deprivazione dei propri diritti e l’esaltazione dei propri doveri. Si sente indispensabile per il proprio compagno e per la propria relazione. Esiste solo se c’è qualcuno da curare o salvare: infatti le crocerossine scelgono generalmente partner che hanno bisogno di cure o attenzioni o aiuto. Mettendo in atto comportamenti materni, protettivi ed accudenti, allo scopo assecondare e gratificare il partner. Apparentemente il prendersi cura dell’altro viene attuato con volontà, consapevolezza e gioia: infatti aiutare l’altro, gratifica il soccorritore. Questi atteggiamenti sono rivolti non solo verso il partner, ma anche a chiunque: genitori, figli, fratelli, amici, colleghi. La crocerossina ha di solito una personalità dipendente, con infinita insicurezza e scarsa autostima. Nell’essere utile per l’altro trova una conferma di sé. L’altro diventa oggetto d’amore incondizionato, viene idealizzato, aiutato e soccorso, a discapito anche del proprio benessere. Chi viene soccorso di solito è una persona complicata, inafferrabile, problematica, con le quali si instaurano relazioni che inizialmente vengono percepite come difficili. Dietro la crocerossina c’è una personalità dipendente e una conseguente paura di ritrovarsi soli, di essere abbandonati o rifiutati. Sono spaventate, anzi siamo spaventate, dall’idea che non ci sia nessuno da aiutare: non ci sentiamo utili e apprezzate.
È più frequente tra noi donne, a causa di valori culturali: le donne sono più predisposte alla cura, all’ascolto, all’empatia, al sostegno, all’aiuto e al sacrificio.
Le cause vanno ricercate nell’infanzia, nella personalità, nello stile di vita, nell’educazione ricevuta, nei bisogni e nelle circostanze della vita attuale. Siamo cresciute in una famiglia in cui erano presenti genitori immaturi o problematici in cui i figli hanno fatto da genitori a loro e a fratelli e sorelle. Oppure abbiamo preso il posto del capofamiglia assente. Da bambine siamo state adultizzate prima di aver sviluppato un’adeguata maturità affettiva. Inconsapevolmente da adulte abbiamo lo stesso atteggiamento relazionale di allora, mettiamo da parte noi stesse per dedicarci all’altro.
La nostra identità è caratterizzata da disistima e bisogno di consenso da parte degli altri. Si scelgono partner bisognosi d’aiuto: spesso si concentrano su uomini malati, depressi, dipendenti, alcolisti o tossicodipendenti, o uomini immaturi, ma potrebbe anche essere possibile un uomo meno problematico, che è meno bisognoso d’aiuto e che cerca autonomia.
Le crocerossine vivono di gratificazione indiretta. Non si sentono contente o gratificate per aver fatto qualcosa di buono direttamente per sé: sono felici e soddisfatte nel vedere un altro gioire per qualcosa che hanno fatto loro. In realtà spesso le crocerossine non aiutano davvero l’altro perché la sua guarigione significherebbe tornare a sentirsi inutili. L’altro diventa è solo un mezzo per colmare il vuoto affettivo ed esistenziale che si portano dentro.
Questi rapporti hanno fine in quanto l’altro decide di curarsi magari andando da una terapeuta che ha superato questa sindrome, perché lei sa come si fa a recuperare la propria autonomia. La crocerossina deve cambiare il proprio lavoro affinché l’altro cambi la professione di malato.
Cosa bisogna fare insieme ad una terapeuta:
alimentare emozioni positive;
prima di accettare di fare un favore a qualcuno imparare a riflettere: cosa comporta per voi questo impegno?
migliorare l’assertività: capire quali sono i propri bisogni e desideri ed esprimerli in modo più chiaro e diretto;
niente senso di colpa ed imparare a dire di no;
riprendersi la propria autonomia: dedicarsi ogni giorno uno spazio per fare ciò che ci piace e riconoscerlo;
non intervenire ad ogni manchevolezza del partner facendo sì che si assuma da solo le proprie responsabilità;
tirare fuori la rabbia e i sensi di colpa accumulati scrivendo un diario, in maniera oggettiva si guardano le cose in un altro modo. Io lo faccio e lo consiglio sempre che le amiche sono altre crocerossine e non vedono la patologia, ma sanno solo dire che è uno “asshole” su di lui che è più o meno stro…
Le affascinanti caratteristiche di una crocerossina sono:
la paura di essere abbandonate e rifiutate;
paura di restare sole: la crocerossina ha un disturbo dipendente di personalità;
sacrificarsi per amore: è necessario soffrire in amore perché è meglio della solitudine;
bassa autostima: la donna si convince della propria importanza per contrastare una bassa considerazione di sé;
dimentica i propri bisogni e desideri;
sostituirsi in tutto e per tutto al partner;
sacrificare la propria vita e i propri spazi per l’altro.
Dopo la terapia vi assicuro che potrete tenere la professione di crocerossina soltanto come divertissement o abitino sexy per carnevale!!!