Una regione di piccole dimensioni,17.000 ettari vitati e una produzione di circa un milione di ettolitri di vino, l’Umbria ha un elevato rapporto tra superficie vitata e superficie totale disponibile. Prevalentemente collinare l’Umbria è una regione particolarmente vocata per la vite e per il vino. L’Umbria si caratterizza infatti per rese medie per ettaro piuttosto basse (8,7 t/ha), uno dei presupposti per la produzione di vino di qualità. L’Umbria, spesso descritta come il cuore verde d’Italia, beneficia di un clima mediterraneo con influenze continentali, caratterizzato da inverni freddi e umidi e estati calde e asciutte. Questa variabilità climatica è cruciale per la viticoltura, poiché offre un periodo di crescita ideale per l’uva, con una maturazione lenta che favorisce lo sviluppo di aromi e sapori complessi nei vini.
Le escursioni termiche tra giorno e notte, soprattutto in estate, sono un altro fattore determinante, contribuendo a preservare l’acidità e a migliorare la struttura dei vini. Queste condizioni climatiche sono particolarmente favorevoli per varietà di uva come il Sangiovese, il Grechetto e il Sagrantino, quest’ultimo autoctono della regione e protagonista del famoso Montefalco Sagrantino DOCG. La morfologia dell’Umbria gioca un ruolo altrettanto cruciale nella definizione del carattere dei suoi vini. La regione è prevalentemente collinare, con altitudini che variano da modesti rilievi a zone montuose. Questo paesaggio non solo offre scenari spettacolari ma determina anche condizioni diverse per la viticoltura in varie parti della regione. Le colline, con i loro terreni ben drenati e la buona esposizione solare, sono ideali per la coltivazione dell’uva, permettendo una produzione di vino di qualità superiore. I terreni umbri sono una miscela complessa, con aree che presentano terreni argillosi, calcarei e ricchi di minerali. Questa diversità geologica contribuisce alla varietà di vini prodotti, ognuno con il proprio profilo unico di gusto e aroma. In particolare, il Sagrantino di Montefalco beneficia delle specifiche condizioni pedoclimatiche della zona, che conferiscono al vino la sua straordinaria intensità e capacità di invecchiamento. Sin dall’epoca etrusca e romana, l’Umbria ha giocato un ruolo cruciale nella produzione di vino, grazie alle sue condizioni climatiche e al suo terreno fertile, ideali per la coltivazione dell’uva.
Gli etruschi apprezzavano già il vino non solo come bevanda ma anche come elemento centrale nei riti religiosi e nelle celebrazioni. Con la dominazione romana, la viticoltura umbra conobbe una notevole espansione, grazie all’introduzione di nuove tecniche di coltivazione e di produzione del vino, che ne migliorarono la qualità e la conservazione. Durante il periodo medievale la viticoltura continuò a essere un’attività fondamentale con i monasteri e ordini religiosi che mantennero e migliorarono le tecniche di coltivazione e di fermentazione.
Per il Cristianesimo il vino divenne simbolo di vita ed il rito della Messa salvò, durante il periodo del Medioevo, la cultura della vite che si era andata totalmente estinguendo, con la caduta dell’Impero Romano e la discesa dei barbari.
Benedettini e Cistercensi rimpiantarono i vigneti e tra di loro si possono annoverare i primi enologi. Il monachesimo portò la coltivazione della vite ai massimi livelli produttivi e, non solo in Italia, i frati si occuparono di questa importante coltivazione, ma essa si estese soprattutto in Francia ed in Germania.
San Benedetto da Norcia dettò una regola particolare, completamente al di fuori della stretta osservanza monastica e, cioè, ordinò che il vino venisse ammesso in tavola ad ogni pasto, e non solo durante la celebrazione della Messa, molto moderatamente, come una delle basi dell’alimentazione umana.
La coltivazione della vite diventa una fonte di reddito, sia pure modesto, che può sopperire alla povertà del monastero. Essa è posta sotto il diretto controllo del «praepositus pri-mus», cioè il religioso di grado più alto dopo l’Abate.
Più tardi il vino acquista una funzione determinante nell’accostamento con il cibo, poiché i grandi testi di gastronomia, che vengono editi dopo l’invenzione della stampa a caratteri mobili, arrivata in Italia nel 1471, offrono consigli per unire in armonioso connubio ciò che si mangia con ciò che si beve.
Nel Rinascimento, la regione godette di un periodo di pace e prosperità, che favorì ulteriormente lo sviluppo della viticoltura. Nobili e mercanti investirono in vasti vigneti, e il vino umbro iniziò a essere apprezzato anche fuori dai confini regionali.
Il rilancio dell’enologia e della viticoltura in Umbria ebbe inizio negli anni ’60 e porterà nel 1968 al conferimento della prima DOC delle regione, la Torgiano DOC, seguita nel 1990 dal riconoscimento della prima DOCG, la Torgiano Rosso Riserva DOCG. Il Sagrantino, altro importante vino rosso dell’Umbria si vedrà riconoscere la DOCG nel 1992, la Montefalco Sagrantino DOCG.
Entriamo nel dettaglio delle DOC e DOCG
- La zona geografica della Torgiano DOC in provincia di Perugia. È riferita a varie tipologie di vino sia rosso che bianco oltre che al Torgiano Vin Santo, il Torgiano Vendemmia Tardiva e il Torgiano Spumante. Tutti i vini hanno una acidità normale, un amaro poco percepibile, poca astringenza e buona struttura che contribuisce al loro equilibrio gustativo. Il colore tendenzialmente rosso rubino o giallo paglierino si accompagna ad aromi floreali e fruttati tipici dei vitigni di base. Il Torgiano Bianco deve contenere il 50-70% di Trebbiano Toscano, mentre la frazione rimanente comprende il Grechetto e altre varietà bianche locali. Sia il rosso che il rosato devono contenere almeno il 50% di Sangiovese, con il Canaiolo nero che spesso costituisce il resto della miscela. I vini in “purezza” devono contenere almeno l’85% della varietà indicata.
- La denominazione di origine Torgiano Rosso Riserva DOCG è riservata i vini prodotti con uve del vitigno Sangiovese (min.70%) e di altri vitigni a bacca nera, non aromatici e idonei alla coltivazione per la Regione dell’Umbria fino ad un massimo del 30%. Tali vitigni sono quasi esclusivamente Cabernet Sauvignon, Merlot, Canaiolo e Colorino. Il vino Torgiano Rosso Riserva DOCG deve essere sottoposto ad un periodo di invecchiamento di almeno tre anni, dei quali almeno 6 mesi in bottiglia, ha un acidità normale, ottima struttura, colore tendenzialmente rosso rubino intenso mentre al naso ha un bouquet delicato di aromi fruttati e floreali.
- La denominazione di origine Montefalco Sagrantino DOCG è riservata ai vini prodotti con uve del vitigno Sagrantino in purezza, coltivate in una zona che comprende terreni del comune di Montefalco e parte del territorio dei comuni di Bevagna, Gualdo Cattaneo, Castel Ritaldi e Giano dell’Umbria ubicati in provincia di Perugia. Si tratta di una zona molto piccola con terreni che degradano dolcemente lungo i profili collinari con altitudini dai 220 m. s.l.m. ai 472 dei rilievi collinari più elevati, presidiati da antichi borghi medievali. Il vino Montefalco Sagrantino DOCG viene prodotti nelle tipologie Secco e Passito. Viene sottoposto ad un periodo di invecchiamento obbligatorio di almeno 33 mesi, di cui, per la sola tipologia Secco, almeno dodici mesi in botti di rovere di qualsiasi dimensione. Il colore dei vini Montefalco Sagrantino DOCG nella versione secca è rosso rubino intenso, talvolta con riflessi violacei e tendente al granato con l’invecchiamento. Il profumo è delicato, caratteristico, che ricorda quello delle more di rovo prugna e cuoio che si legano perfettamente con la vaniglia data dal legno; il sapore è asciutto e armonico, morbido e vellutato. Il Sagrantino è un vino da lungo invecchiamento grazie al suo corredo di antiossidanti naturali ed evolve fino ad 10-15 anni. Il colore del Passito è rosso rubino carico, talvolta con riflessi violacei e tendente al granato con l’invecchiamento, mentre il profumo è ampio, delicato, caratteristico che ricorda quello delle more di rovo e di frutta rossa in confettura; al palato è dolce, armonico e gradevole.
Il 15 gennaio 2025 per le Cene Regionali sarà protagonista l’Umbria a Piazza Scammacca a Catania con una degustazione, e cena abbinata, di Cantine Napolini e dell’Azienda Agricola Adanti della zona di Montefalco in provincia di Perugia con i vini Sagrantino e Montefalco rosso. La serata sarà condotta dai maestri assaggiatori Onav Catania nonché Delegato e Vice Delegato rispettivamente Danilo Trapanotto e Vincenzo Vasta.