Enoverso il Metaverso del vino. Creare una nuova piattaforma capace di offrire agli appassionati un modo innovativo di vivere il vino e agli operatori uno spazio dove raccontare i prodotti e i territori a un pubblico sempre più connesso e aperto alle innovazioni. Per farlo Enonautilus, piattaforma informatica dedicata all’enoturismo e ai viaggi del gusto, ha deciso di sfruttare gli strumenti del metaverso in una piattaforma polifunzionale che si concentra sull’interazione tra persone provenienti da ogni latitudine e unite dalla passione per il vino.
Gli appassionati sono coinvolti in una serie di esperienze immersive in cui possono seguire corsi e presentazioni o semplicemente essere coinvolti nella storia dei produttori di vino, che nel metaverso dispongono di strumenti più complessi e innovativi per accogliere gli enoturisti nel loro mondo. L’aspetto più interessante è quello legato agli NFT (Non Fungible Tokens) utilizzati per creare un artwork collegato alla singola referenza che contiene un pacchetto di esperienze correlate, costruendo di fatto un modo innovativo di acquistare bottiglie dai produttori. Un mondo che lascia perplessi ma le major del comparto tecnologico e media hanno decisamente puntato idee e investimenti. Microsoft, Epic Games, Roblox, Tencent, Alibaba, Facebook, sono alcuni fra i più noti player che stanno investendo ingenti risorse per contendersi il futuro mercato della realtà virtuale fatto di avatar e intelligenza artificiale.
Il progetto Enonautilus è nato per riunire appassionati da tutti gli angoli del mondo in un ambiente virtuale progettato per raccontare sapori, profumi e territori: la sfida più interessante è quella di inserirsi nel mercato degli NFT del vino, un settore in grande ascesa.
È certamente uno dei primi tentativi fatti in Italia per capire quanto le realtà del settore vinicolo possano già oggi esplorare orizzonti alternativi di comunicazione e incontrare un nuovo pubblico.
Ma che cosa sono gli NFT che si trovano nel metaverso? Gli NFT sono token online che denotano la proprietà di qualsiasi risorsa, in particolare di elementi digitali come file di immagini o video. Il loro vantaggio principale rispetto ai tradizionali contratti di proprietà è la dipendenza dalla tecnologia blockchain, che fornisce un registro pubblico, immutabile e decentralizzato. Ciò significa che gli NFT possono essere scambiati tra individui e la blockchain verifica in modo indipendente tale proprietà. Il Web 3 si basa sul principio che gli utenti avranno la proprietà diretta delle risorse digitali, consentendo la commerciabilità peer-to-peer.
Per illustrare la proprietà di NFT, prendi l’ebook Bordeaux Legends di Jane Anson, recentemente ripubblicato. Un’edizione limitata di 100 copie è stata venduta tramite NFT. L’acquisto di uno di questi NFT fornisce al proprietario un file digitale dell’ebook. Quel file digitale può essere copiato e distribuito all’infinito, ma lo stesso NFT – il contratto che descrive la transazione originale – denota la vera proprietà. Possedere l’NFT dimostra che hai acquistato una copia autentica e originale. È come acquistare una prima edizione firmata dall’autore invece di una ristampa firmata da qualcun altro: il contenuto è lo stesso, ma l’autenticità decisamente no.
Un parallelo simile può essere fatto tra una bottiglia di Lafite legittimamente ex-château e un’altra ex-Rudy. Anche se il contenuto di entrambe le bottiglie avesse lo stesso sapore – o anche se la bottiglia di Rudi avesse un sapore migliore (il che potrebbe sembrare eretico ma è del tutto fattibile), la mancanza di autenticità nella bottiglia di Rudy la rende inutile. NFT è stata sfruttata soprattutto nel mondo dei collezionisti, grazie all’insito meccanismo di blockchain che garantisce la tracciabilità delle bottiglie. Comprando una bottiglia in NFT – attraverso l’artwork che la riproduce – i collezionisti hanno la garanzia dell’autenticazione delle bottiglie, che subiscono un procedimento di numerazione e certificazione digitale da parte dei produttori. Un meccanismo che scongiura i pericoli di contraffazione e aggira il mercato parallelo dei falsi, capace di costruire un giro d’affari cospicuo con le bottiglie rare, come nel celebre caso di Rudy Kurniawan.
Spacciandosi come un facoltoso rampollo di una famiglia indonesiana di origine cinese, dotata di immensi capitali, si era fatto conoscere acquistando preziosissimi lotti di vino francese, spendendo milioni di dollari come fossero bruscolini e consolidando la sua fama di grande esperto e collezionista. Poi è passato all’incasso. Ha iniziato a vendere la collezione accumulata, opportunamente modificata e moltiplicata, incassando decine e decine di milioni di dollari.
Il metaverso potrebbe essere definito come una qualsiasi piattaforma online in cui ogni protagonista ha un’identità. Vivino è senza dubbio una sorta di metaverso: un luogo in cui condividiamo scatti di bottiglia, note di degustazione e informazioni sui prezzi, ottenendo in cambio riconoscimenti e classifiche per la nostra identità digitale.
Gli eventi possono essere resi multisensoriali – ad esempio integrando video, creando musica originale o curando una playlist – e il vino sarà una parte vitale di tutto questo, sia inviato a casa tua, come nel caso dei kit di degustazione. Ma il metaverso non deve essere vissuto in modo isolato, agganciato a un dispositivo. La degustazione del vino è fondamentalmente comunitaria, quindi gruppi di persone potrebbero riunirsi nella vita reale e partecipare comunque al metaverso. Kantelia fa un esempio di persone che entrano in una cupola all’interno della quale verrebbe proiettata la piattaforma Metapolis, simile ad un planetario. L’uso di occhiali per realtà aumentata del tipo oculare, non del tipo Zalto potrebbe migliorare ulteriormente l’esperienza, consentendo ai gruppi di godersi il vino insieme nella vita reale e con altri nel metaverso, tutto allo stesso tempo.
In questi mondi online, gli amanti del vino desidererebbero inevitabilmente gli equivalenti virtuali della loro passione nel mondo reale. Le cantine del Metaverso ci permetteranno di esporre la nostra collezione di bottiglie possedute o già bevute in precedenza. E, naturalmente, non sarà sufficiente visualizzare un file immagine copiato di una bottiglia rara: conteranno solo le risorse supportate da NFT, quelle con autentica autenticità.
Il progetto Enonautilus è un ecosistema digitale progettato da Vanilla Innovations – una società americana con sede europea a Bergamo. Il concetto fondante è quello dell’Infinite Journey, un dialogo di contenuti come video, suoni e racconti creati dai produttori e dalla community per fissare nel tempo il legame creato durante una visita, una degustazione o un tour di un territorio. Si può accedere agli spazi con i propri avatar sugli ecosistemi Spatiale e Frame, con il visore Oculus che permette un’esperienza immersiva. Un potenziale nascosto per i produttori, che possono andare oltre la singola pagina web e raccontare le loro radici e i loro prodotti con più scelte tra i luoghi virtuali di Enonautilus c’è anche l’Enonautilus Terrace, un salotto affacciato sui colori di un tramonto digitale per godersi una degustazione di fronte ai luoghi dove nasce il vino, la Winery, per scoprire gli ambienti in cui il vino viene prodotto e la NFT Wine Gallery, così questi strumenti diventano un legame con il vino.
Nella NFT Wine Gallery sono esposti dei pezzi di arte digitale creati per incuriosire l’appassionato di vino e introdurlo nel mondo del produttore, che mette a disposizione delle esperienze che vengono proposte insieme all’NFT. Il pacchetto legato alla referenza viene venduto sulla piattaforma OpenSea (che utilizza la criptovaluta Ethereum) ed è composto dall’opera digitale, da un numero specifico di bottiglie – spedite direttamente da Enonautilus – e una visita nei luoghi dove è nato il prodotto, che può essere digitale o fisica. Scegliere una bottiglia di vino nel mondo virtuale non è un’esperienza fredda e asettica con una esperienza immersiva, come succede nella dimensione progettata da Enonautilus o in altre realtà virtuali che stanno nascendo in modo sempre più frequente negli ultimi anni, altro progetto italiano è per esempio “Vinophila”.