Lo strepitoso Ian Kerner che durante il convegno Sexuality and Relationship, tenutosi a Roma dal 21 al 23 aprile ci ha illuminato sui benefici e malefici della pornificazione sociale, da cui donne, uomini, e transgender vengono influenzati.
Il suo sito Goodinbed.com (autore di She comes first tr.it Lei viene prima, in questo testo, indicato per gli uomini, Ian, racconta come da eiaculatore precoce si specializza nella cunnilinctus).
Il mercato della pornografia è stato tra i drivers più importanti nello sviluppo di Internet. Ha generato introiti per circa 100 miliardi di dollari l’anno, contando su decine di milioni di utenti, è l’unico mercato in costante espansione nonostante la crisi di questi anni.
La pornografia web, grazie a siti internet come YouPorn e PornHub, si è conquistata l’80%della popolazione mondiale dei porno-fruitori. Il 20% rimasto si è dato alla pornografia etica.
Certo, non ci sono prove scientifiche che spiegano la disfunzione causata da consumo di porno, ma ci sono tantissimi uomini in difficoltà, migliaia di persone che si rivolgono a Reboot Nation e similari. La loro condizione li fa soffrire, non importa quale sia la spiegazione medica. “Nessuno ha mai affrontato il tema del consumo sano del porno”, dice Kerner, “è normale che nessuno sappia il modo giusto per affrontare la cosa. Nel mio lavoro vedo tanti giovani che trattano il porno in maniera pericolosa, hanno difficoltà a gestire la loro sessualità”.
Cinque le parole chiave che riescono a ricoprire le milioni di visualizzazioni di Youporn: Teen, Lesbian, Ebony, Bigdick e MILF. Ian Kerner ci ha mostrato un video di pornografia etica (regno incontrastato della regista Erika Lust, regista di porno al femminile). Per l’esattezza cinque minuti di “cunnilinctus etico”.
Vi immaginate lo stato vitale e quindi lo spazio interiore di un pubblico fatto di 300 terapeuti provenienti da 14 paesi di tutto il mondo, di cui, 270 donne, che guardavano questo video?
Constatare che gli attori erano felici e non dovevano dimostrare nulla se non il loro piacere di essere lì a fare quello che facevano. E Ian che sospende il video ci ha fatto rilassare in stato di sublimazione: show must go on, lo spettacolo deve continuare. E noi terapeuti, quelli illuminati, sapevamo come.
La maggior parte dei professionisti della terapia del sesso ha una posizione a dir poco scettica lui che tratta decine di casi del genere all’anno, sostiene che il collegamento tra disfunzioni e porno è più correlativo che causale. “Non credo che il porno causi disfunzioni erettili, penso che sia uno dei tanti fattori”, dice Kerner citando l’ansia, la vergogna e problemi di intimità, la maggior parte causati dall’esplosione delle dating apps. Il problema parte da un disagio inconscio che non è il porno o la masturbazione, è il modo in cui i giovani trattano le relazioni e l’ansia che vivono durante quelle esperienze: è la mancanza sempre più preponderante delle fantasie sessuali che ha bloccato la posizione immaginifica del nostro cervello. Il sesso come ci hanno dimostrato ampiamente le neuroscienze, parte dal cervello in entrata e in uscita tra stimoli esogeni e ed endogeni: quando si creano le endorfine di “sazietà” a causa delle immagini porno gli stimoli smettono di attivare il desiderio e quindi l’innescarsi dell’eccitazione, erezione, per entrambi i sessi. Non vengono prodotti gli ormoni dell’attaccamento e dell’affettività quali la serotonina e la dopamina.
A confermare quest’ipotesi, ormai da tempo in auge, è uno studio condotto da una famosa antropologa Helen Fisher. L’antropologa, che studia da quasi trent’anni il comportamento umano e i suoi rapporti amorosi, ritiene che anche l’attrazione per un partner o per un altro, sia solo una questione di chimica.
La teoria si basa sull’individuazione di 4 tipi di personalità: gli esploratori, i costruttori, i direttori e i negoziatori. Ognuno di loro differisce a causa della chimica cerebrale, nello specifico a variare sono i livelli di dopamina e serotonina. Queste due sostanze sarebbero implicate con il ruolo svolto da testosterone ed estrogeni.