L’ accostamento tra le due figure è ormai diventato un classico anche in archeologia, ma c’è qualcosa che non è stato ancora affrontato…il culto delle “minne”, dell’allattamento e la translitterazione della verginità, presente anche nella dea madre Iside che allatta prima suo marito e fratello Osiride, dopo che il fratello Set lo aveva dilaniato in sette pezzi, la regina egizia lo riporta alla vita vegetativa facendosi fecondare sempre da vergine e concepisce Horus: perché i seni di Agata sono tagliati? Perché proprio i seni e non un altro attributo se non perché ci doveva essere un taglio con le religioni precedenti che non fossero cristiane.
Un martirio poteva essere fatto facendo qualsiasi cosa alla vittima, ma i seni sono un attributo per la donna specifico quali il nutrimento dell’infante: ma se Agata era vergine e sarebbe morta in tale condizione perché proprio mutilarla sui seni?
Se accostiamo Agata a Iside vediamo come la imperante religione cristiana deve eliminare i culti pagani e quello egiziano di Iside nella sue componenti greco/romane e nella sua accezione misterica deve recuperare la verginità e la maternità che si dimostra il vero mistero da un punto di vista fisiologico: come lo è poi per la madre di Cristo: una vergine incinta!!! Agata era una vergine a cui sono stati asportati i seni che poi diventeranno icona del martirologio ma simboli del mancato nutrimento di un ipotetico figlio: anche l’eliminazione dei culti misterici a Catania.
Agata (Catania, 229/235 – Catania, 5 febbraio 251) è stata, secondo la tradizione cattolica, una giovane cristiana vissuta nel III secolo D.C., martirizzata durante le persecuzioni sotto l’imperatore Decio. Presente nei martirologi più antichi, è venerata come santa, vergine e martire dalla Chiesa cattolica, dalla Chiesa ortodossa e dalla Chiesa Anglicana, che ne onorano la memoria il 5 febbraio. È patrona della città di Catania, della Repubblica di San Marino, dell’isola di Malta. Il luogo di culto principale è la cattedrale di Sant’Agata dove riposano le sue reliquie. Catania le dedica una grande festa, nei giorni 3, 4 e 5 febbraio.
A Catania il culto di Iside fu probabilmente assorbito da quello di S. Agata, patrona di Catania, considerata protettrice delle tessitrici, invocata contro i mali del seno. A sostenere quest’ipotesi ci sarebbero le molte analogie tra la festa di S. Agata e le antiche feste in onore di Iside. Tracce del sincretismo religioso che lega S. Agata e Iside sarebbero individuabili osservando il monumento che si trova in Piazza Duomo e che è divenuto il simbolo di Catania. Tale monumento, realizzato nel 1736 da Giovan Battista Vaccarini che s’ispirò alla fontana del Bernini di piazza della Minerva a Roma, rappresenta un elefante lavico che regge in groppa un obelisco di stile egizio, in granito di Siena, alto quasi quattro metri. La presenza di geroglifici nell’obelisco è riferibile all’antico culto di Iside. In cima all’obelisco ci sono, inoltre, dei simboli: i gigli, le palme, la croce e il globo; i gigli e le palme sono attribuiti a S. Agata, le palme però alludono ai raggi del sole, e sono attributi anche di Iside.
Iside in lingua egizia Aset ossia trono, è una divinità egizia appartenente alla religione dell’antico Egitto. Dea della vita, della guarigione, della fertilità e della magia, è originaria di Behbeit el-Hagar, nel Delta del Nilo. Divinità in origine celeste, associata alla regalità per essere stata primariamente la personificazione del trono come dimostra il suo cartiglio che include il geroglifico “trono”, faceva parte dell’Enneade. Iside fu una delle principali Dee dell’antica religione egizia, il cui culto si diffuse attraverso il mondo greco-romano.
Fu menzionata per la prima volta durante l’antico regno, come una dei protagonisti del mito di Osiride, in cui fa risorgere suo marito, il re divino Osiride, dopo il suo assassinio, e crea e protegge il suo erede Horus. Le sue relazioni con gli umani erano basate sulle sue azioni nel mito. Si credeva che aiutasse i morti a passare nell’aldilà poiché aveva aiutato Osiride. Era considerata la madre divina del faraone, che veniva comparato a Horus, e il suo comportamento materno veniva invocato negli incantesimi di guarigione. In origine aveva una funzione limitata ai riti reali e dei templi, anche se era più importante all’interno delle pratiche funeraria e dei testi magici.
Durante il primo millennio a.C., Osiride ed Iside diventarono gli dèi egizi più venerati. I governanti in Egitto e in Nubia cominciarono a costruire templi dedicati perlopiù ad Iside, e il suo tempio a File era un centro religioso sia per gli egiziani che per i nubiani. Iside convogliò in se molti tratti di altre divinità, particolarmente di Hator, un’importante dea dei secoli precedenti. I poteri magici attribuiti a Iside erano maggiori di quelli degli altri dèi, e si diceva che proteggesse il regno dai suoi nemici, che governasse i cieli e il mondo naturale e che avesse potere sul destino stesso.
Durante il periodo ellenistico, quando l’Egitto era governato dai greci, Iside cominciò ad essere venerata sia dai greci che dagli egiziani, assieme ad un nuovo dio, Serapide. Il loro culto si diffuse in tutto il mondo mediterraneo. I seguaci greci di Iside le attribuirono nuovi tratti presi da altri dei greci, come l’invenzione del matrimonio e la protezione delle navi. Inoltre, conservò dei forti legami con l’Egitto e le altre divinità egiziane che erano popolari all’interno del mondo ellenistico, come Osiride e Arpocrate. Quando la cultura ellenistica fu assorbita da Roma nel primo secolo a.C., il culto di Iside diventò parte della religione romana. I suoi seguaci erano una piccola parte della popolazione dell’impero romano, ma segni del suo culto sono stati trovati in molti dei suoi territori. Il suo culto sviluppò festività distintive, come il Navigium Isidis, assieme a delle cerimonie di iniziazione simili a quelle di altri culti misterici greco-romani. Alcuni dei suoi seguaci affermavano che i poteri divini di Iside superavano tutti gli altri del mondo antico.
Il culto di Iside terminò con l’ascesa del cristianesimo durante il quarto e quinto secolo d.C. Il suo culto potrebbe aver influenzato alcune credenze e pratiche cristiane, come la venerazione di Maria, confluendo in questo insieme a altri culti mediterranei delle dee madri. In seguito, Iside continuò ad apparire nella cultura occidentale, particolarmente all’interno dell’esoterismo e del paganesimo moderno, spesso come una personificazione della natura o dell’aspetto femminile della divinità