Realizzare un genogramma di famiglia potrebbe essere un modo “utile” per passare questo tempo di “segregazione forzata” con figli, nipoti, zii, zie, nonni, alla ricerca di memorie e tradizioni: perché non farlo in maniera sistematica e produttiva? In fondo sapere da “dove veniamo” e “dove andiamo”, in questi “tempi strani”, potrebbe essere “illuminante”, per farci ritrovare più “splendenti” per il futuro che ci “attende”.
Il genogramma è una visualizzazione grafica delle relazioni della famiglia di un soggetto fino alla terza, e se si hanno informazioni in tal senso, fino alla quarta generazione, cioè fino ai bisnonni. Non è un semplice albero genealogico tradizionale. Ma se anche fosse solo quello già ci permetterebbe di capire in maniera “visiva” da “dove veniamo”, e forse in questi tempi “strani”, verso “dove andiamo”. Ma è una vera e propria “mappa concettuale” che dà la possibilità di visualizzare i modelli ereditari e i fattori psicologici che caratterizzano i rapporti familiari. È utilizzato per individuare i modelli di comportamento che si ripetono e riconoscere predisposizioni ereditarie. I genogrammi furono inizialmente sviluppati e diffusi in ambito clinico da McGoldrick e Gerson a partire dalla pubblicazione di un saggio del 1985. Oggi vengono usati in genealogia, medicina, psichiatria, psicologia e assistenza sociale. Può essere utile per adulti e bambini, per recuperare informazioni che altrimenti andrebbero disperse ormai in questa bagarre di labili informazioni digitali. Un po’ come stampare le foto, delle istantanee disegnate, con cartoncino e pennarelli sulla particolarità e irripetibilità delle nostre “origini”.
Le indicazioni su come realizzarlo utilizzando questo schema grafico che poi può essere personalizzato con colori diversi:
Si inizia dalla famiglia risalendo di 3 o 4 generazioni indietro nella famiglia. Si costruisce un diagramma che includa genitori, nonni, bisnonni, fratelli, sorelle, zii e zie. Si utilizzano dei quadrati per rappresentare gli uomini e dei cerchi per rappresentare le donne. Si creano delle linee che rappresentino i rami dell’albero genealogico e che uniscano tra loro i componenti della famiglia, in orizzontale quelli che appartengono alla stessa generazione, in verticale i “discendenti”. Elencate con i nomi e i cognomi, (i cognomi ci permettono di evitare confusione) i figli dei vostri genitori, dei nonni e dei bisnonni. Non sarà necessario scrivere i nomi dei figli avuti da zii e zie.
Situazioni difficili. A lato di ogni familiare, cerchio o quadrato, scrivete degli eventi particolari che ognuno ha vissuto o che comunque vi hanno tramandato nella storia di famiglia. Se ne avete la possibilità chiedete informazioni. Comunque agite con quello che sapete.Operazione verità. L’inserimento degli eventi traumatici subiti dalla famiglia, i cosiddetti “segreti” come divorzi, relazioni extraconiugali, figli “illegittimi”, morti premature, di qualsiasi natura, allontanamenti da casa (volontari o meno), abbandoni, esclusioni dalla famiglia, adozioni, eventi catastrofici, perdite di beni economici, scelte di vita considerate “sbagliate” dalla famiglia, dipendono dal “grado di verità” che volete affrontare. Soprattutto in presenza di bambini o adolescenti, dovete essere in grado, se non ne sono a conoscenza, di poterlo spiegare in maniera opportuna. A volte sottovalutiamo il grado di resilienza e il “sentito dire” dei nostri figli che sono minori anagraficamente, ma non sono “minorati” e assorbono anche solo in maniera “epidermica” con trame e sottotrame, i “segreti” di famiglia. In questo caso stabilite “le regole” se si tratta di un “gioco” di famiglia e lasciamo alla vostra capacità genitoriale quello che possono “tollerare” i vostri figli.
- La frase fondamentale. Se invece siete “liberi”, cioè il genogramma viene effettuato tra adulti consenzienti, potete approfondire eventuali connessioni, delle frasi cosiddette “tormentoni”: es. “il figlio intelligente”, “la figlia bella e scema”, “il nipote scapestrato”, “la nipote preferita”, “la zia volubile”, “lo zio giocatore” e via dicendo, guardando sempre con verità se ci sono dei comportamenti o dei modi di essere legati ai vostri avi, in maniera più o meno diretta.
Emozioni emergenti. Se dovessero emergere emozioni di varia natura: dalla commozione, all’allegria, dalla tristezza, alla commemorazione, da leggeri “rimorsi” o piccoli “sensi di colpa”, non preoccupatevi, sempre di “gioco di famiglia” si tratta. In un gioco: noi siamo “i come se”, “facciamo finta di” e ne usciamo più “splendenti” perché solo di “riflessioni innocenti” stiamo parlando, già conosciute e risapute. La differenza sta nel focalizzarle, di vederle rappresentate graficamente e tutte in una volta. Questa modalità, in tempi di “clausura”, di “tempi bloccati”, del “non abbiamo tempo di pensare, che a volte è meglio”, potrebbe esserci “utile”, invece di un dipanare, in sterili “bollettini allarmistici” o modalità di “separazioni domestiche televisive” e vari apparati digitali. Potrebbe metterci in “comunione reale” con la nostra famiglia attuale e avita, in maniera produttiva, lungimirante pronta per un “rinnovamento post-letargo”.In ogni caso vi lascio la mia e-mail, sia per maggiori informazioni per la realizzazione del genogramma e/o eventuali suggerimenti una volta realizzato. Tutto chiaramente gratuito, avvolto nella massima privacy, secondo il codice deontologico degli psicologi.
susabasile@gmail.com